Nella mia azienda, www.poggiotondo.it, produco per hobby olio extravergine di oliva ma sono prima di tutto un medico internista e mi ha sempre affascinato il rapporto olio/salute.
Proprio per questo ho deciso di attivare questo sito con l’aiuto di alcuni amici esperti nei vari settori, che di volta in volta hanno contribuito, col loro apporto, a chiarire il rapporto tra l’olio extravergine di oliva e le varie malattie dell’organismo.
Ho cercato di dare al sito un taglio di facile lettura affinché anche il visitatore non esperto possa orientarsi agevolmente.
Il nostro intento è, infatti, quello di far conoscere le proprietà benefiche che l’olio extravergine di oliva ha sull’organismo.
Dr.ssa Cinzia Chiarion
Le relazioni ed i consigli del medico non firmati sono a cura della Dr.ssa Chiarion.
radiazioni
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che le radiazioni ionizzanti utilizzate in Radiodiagnostica possono essere dannose per la salute in quanto capaci di danneggiare il DNA - una molecola fondamentale per la vita cellulare - e che possono provocare danni genetici e somatici.
In particolare, i pazienti pediatrici sono più suscettibili a queste esposizioni rispetto agli adulti perché i loro tessuti sono maggiormente radiosensibili e perché - avendo una maggiore aspettativa di vita - hanno una probabilità più alta di manifestare gli eventuali effetti dannosi.
Al fine di ridurre i rischi connessi alle esposizioni da radiazioni ionizzanti, la Commissione Internazionale di Radioprotezione (International Commission on Radiological Protection, ICRP) raccomanda che la decisione di eseguire un’indagine radiologica e l’eventuale esecuzione avvengano, rispettivamente, nel rispetto dei principi di giustificazione clinica e ottimizzazione della protezione o principio ALARA (As Low As Reasonably Achievable).
Il medico deve giustificare l’esposizione medica del paziente alle radiazioni ionizzanti valutando il rapporto rischio/beneficio e quindi l’appropriatezza dell’esame diagnostico.
Una volta giustificata la procedura, la dose deve essere mantenuta al livello più basso ragionevolmente ottenibile e compatibile con il raggiungimento dell'informazione diagnostica richiesta, tenendo conto di fattori economici e sociali (ALARA) e confrontata con i Livelli Diagnostici di Riferimento (LDR) al fine di ottimizzare la protezione del paziente.
D’altro canto è necessario considerare che i tessuti biologici sono capaci di riparare i danni da radiazione, anche se i meccanismi che intervengono sono molti e ancora in larga parte sconosciuti.
I meccanismi noti includono i sistemi enzimatici coinvolti nella riparazione del DNA e i sistemi di detossificazione dei radicali liberi che si producono per effetto di esposizione a radiazioni ionizzanti, ma anche come conseguenza del fumo di sigaretta e di contaminati ambientali.
Si ritiene che lo stress ossidativo causato dai radicali liberi sia coinvolto nello sviluppo di alcune malattie infiammatorie, cardiovascolari e tumorali.
Studi di laboratorio hanno dimostrato che molecole antiossidanti possono ostacolare l’induzione dello stress ossidativo e mitigare il danno ad esso associato.
Dopo la seconda Guerra Mondiale molte sostanze antiossidanti sono state dimostrate capaci di ridurre gli effetti dannosi delle radiazioni ionizzanti se assunte prima dell’irradiazione. Il problema era che questi agenti proteggevano gli animali ma erano tossici per l’uomo.
Successivamente in ambiente radiologico è stato dimostrato, con studi rigorosi condotti in vitro e in vivo, che un mix di sostanze antiossidanti era in grado di ridurre il danno cromosomico nei linfociti del sangue periferico.
Nonostante queste ricerche risultino complessivamente incoraggianti, molti autori dubitano che vi sia attualmente un’evidenza scientifica sufficiente per raccomandare l’uso clinico sistematico di antiossidanti in formulazione farmacologica o come integratori alimentari.
A fronte di tutto questo è invece del tutto plausibile che le sostanze naturalmente antiossidanti contenute nell’olio d’oliva, quali i polifenoli, possano essere d’ausilio nel ridurre il danno da radiazioni ionizzanti senza incorrere nel rischio – anche solo potenziale – di effetti avversi di tipo farmacologico.
Una dieta sana integrata dall’uso di olio d’oliva può quindi essere raccomandata a coloro i quali – per motivi legati al loro stato di salute - sono sottoposti a esami di imaging diagnostico quali la Radiografia, la Fluoroscopia, la Tomografia Computerizzata, l’Angiografia, la PET (positron emission tomography), la SPECT (single photon emission tomography) e la scintigrafia.
Prof. Davide Caramella
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