diabete mellito
Il diabete è un gruppo di malattie caratterizzato da iperglicemia (eccessiva concentrazione di zucchero-glucosio- nel sangue) ed è causato da un difetto della azione e/o secrezione dell'insulina.
Il diabete è una malattia cronica che una volta instaurata accompagna il paziente per tutta la vita. Ci sono due principali forme di diabete.
Il diabete di tipo 1 è dovuto essenzialmente alla distruzione delle cellule beta del pancreas con conseguente mancanza dell’insulina. Questa forma viene anche chiamata insulino dipendente o diabete giovanile in quanto si presenta in età precoce, talvolta anche nei primi anni di vita, e necessita di terapia insulinica.
L’altra forma di diabete è il tipo 2, molto più frequente, detto anche (impropriamente) insulino indipendente in contrapposizione della forma tipo 1 o dell’adulto in quanto oltre la metà dei pazienti affetti da diabete tipo 2 hanno un’età superiore a 60 anni ed è determinato da una combinazione fra riduzione di produzione di insulina e di sua efficacia. Quest’ultimo aspetto è rilevante nella patogenesi del diabete mellito tipo 2 in quanto rappresenta spesso, purché vi sia una predisposizione genetica ereditaria quindi, l’esito di una erronea alimentazione e di uno stile di vita sedentario che provocano un incremento ponderale, che rappresenta a sua volta il presupposto dell’insulino resistenza e quindi la riduzione dell’azione dell’insulina che a sua volta determina un incremento della glicemia e quindi diabete. Il diabete di tipo 2 è strettamente associato a obesità, inattività fisica e motoria, storia familiare di diabete, ipertensione e colesterolo, ridotta tolleranza al glucosio, età ed alla gravidanza durante la quale, alcune donne, sviluppano la forma di diabete detta diabete gestazionale.
In Italia i dati ISTAT 2010 indicano che è diabetico il 4,9% degli italiani (5,2% delle donne e 4,5% degli uomini) pari circa a 3 milioni di persone, e almeno 1 milione è a rischio o già ne soffre senza saperlo. Tra i pazienti diabetici il 55% è anche iperteso, il 45% ha il colesterolo alto, il 75% è in eccesso ponderale (IMC> 25), il 39% è sedentario e il 22% è fumatore. Una delle cause che senz’altro possono provocare il diabete è l’obesità ed in particolare la forma centrale (o viscerale o addominale) che rappresenta una delle condizioni che più determina insulino resistenza. L’adiposità centrale la si può valutare tramite la misura della circonferenza della vita che non deve superare 88 cm nella donna e 102 cm nel maschio. Il tessuto adiposo rappresenta, inoltre, un importante organo endocrino capace di produrre ormoni e regolare sia il metabolismo glicidico (degli zuccheri) che lipidico (colesterolo), favorendo nel soggetto obeso l’aumento dei trigliceridi, la riduzione del colesterolo HDL e incremento della LDL (colesterolo aterogeno), fattore che predispone a condizioni negative come l’aterosclerosi e quindi incrementa il rischio di patologie cardiovascolari (infarto miocardico e ictus), ipertensione arteriosa e diabete.
E’ ormai ampiamente noto che, in cronico, il diabete non controllato porta a gravi e spesso irreversibili complicanze che possono interessare organi vitali come il rene, il cuore, l’occhio, il sistema nervoso, il sistema circolatorio, può determinare il quadro del piede diabetico che può esitare anche in amputazione degli arti inferiori, tutte condizioni che segnano negativamente la qualità della vita del soggetto interessato e dei conviventi potendo determinare anche gravi sofferenze fino al decesso con importanti risvolti clinici-sociali-economici.
Il primo approccio terapeutico nella cura del diabete di tipo 2, e soprattutto nei soggetti obesi, è rappresentato dalla prescrizione di una dieta composta dal 40% al 50% di carboidrati complessi, dal 10% al 20% di proteine e dal 30% massimo di grassi monoinsaturi, come l'olio di oliva, ed esercizio fisico (almeno 20-30 minuti tutti i giorni o 150 minuti la settimana), in quanto entrambi favoriscono la riduzione del peso corporeo ed aumentano la sensibilità all'insulina.
Il cambiamento dello stile di vita dovrebbe includere una dieta povera di grassi saturi e colesterolo, ma ricca di frutta, vegetali e fibre tipica della dieta mediterranea, un concetto sviluppato già nel 1950, e che si riferisce alle abitudini alimentari di individui che vivono appunto nel bacino del Mediterraneo. La dieta mediterranea è un modello di mangiare che combina con successo il sapore e gli effetti positivi del cibo sulla salute. La dieta mediterranea non rappresenta un modello omogeneo ed esclusivo tra le popolazioni del bacino del Mediterraneo, ma trova forti analogie in quanto rappresenta una dieta sana, basata sull'alto consumo di verdura, frutta fresca, pesce e uso di olio di oliva come principale fonte di grassi. Vi sono ormai ampie prove basate su studi epidemiologici che supportano l'effetto protettivo di questo modello di dieta per lo sviluppo di diabete mellito di tipo 2, basti pensare al continente americano dove la cultura del fast-food, di bevande gassate, di cibi ricchi di grassi animali e la forte tendenza alla sedentarietà sta creando un'allarmante prevalenza di obesità, diabete mellito e patologie cardio-circolatorie con gravissime ripercussione socio-economiche. Il diabete tipo 2, come altre patologie come l'arterosclerosi, il Parkinson, il morbo di Alzheimer, la demenza vascolare, il declino cognitivo, il cancro, sono tutte patologie dell'invecchiamento e la dieta mediterranea, ricca di olio di oliva, sostenuta da studi recenti che dimostrano con fermezza che proprio la dieta mediterranea è compatibile con un più sano invecchiamento della popolazione e una maggiore longevità.
All'olio extravergine di oliva viene attribuito il merito di effetti protettevi sull'endotelio e sullo stress ossidativo che può stare alla base di molte patologie cardiocircolatorie diminuendo il rischio di malattie cardiovascolari, migliorando il profilo lipidico e la pressione arteriosa. Inoltre l'olio di oliva, e precisamente l'acido oleico, il suo principale costituente, si è dimostrato come efficace e importante fattore di riduzione dell'insulino resistenza portando a un miglior metabolismo del glucosio riducendo i livelli di glicemia. Inoltre un gruppo di studiosi Napoletani ha dimostrato che, confrontando due campioni di soggetti diabetici, uno a dieta libera e l'altro seguendo lo stile della dieta mediterranea, con una particolare attenzione alle dosi di pasta, hanno dimostrato che il gruppo sotto dieta mediterranea non solo era dimagrito di più ma aveva ottenuto un miglior compenso glicometabolico (espresso da valori di emoglobina glicosilata sotto 7) ricorrendo all'assunzione di farmaci solo nel 44% rispetto al 70% dell'altro gruppo.
Inoltre l’extravergine contiene due acidi grassi polinsaturi molto importanti: l'acido linoleico (un acido 6 omega) e l'acido linolenico (un acido 3 omega).Essi sono indispensabili per la produzione di energia, per la formazione delle membrane cellulari, per il trasferimento dell'ossigeno dall'aria al sangue; per la sintesi di emoglobina, per la funzione delle prostaglandine, per il corretto equilibrio ormonale e per la produzione ormonale ad esempio del testosterone. In particolare questo aspetto, soprattutto nel sesso maschile dove il testosterone rappresenta l’ormone caratterizzante, è stato ampiamente dimostrato come i soggetti con sindrome metabolica e diabete hanno valori ridotti di testosterone e viceversa come soggetti ipogonadici, ossia con valori bassi di testosterone, hanno una maggior tendenza alla sindrome metabolica, incremento della glicemia e comunque insulinoresistenza. Inoltre in questi soggetti il miglioramento dei valori glicemici, in particolare ottenuto con la riduzione del peso corporeo ottenuto con dieta e attività fisica migliora anche i valori di testosterone e così pure ripristinando i normali valori di testosterone circolante migliora anche il compenso glico-metabolico. Infine è da ricordare che la sindrome metabolica così come l’ipogonadismo rappresentano un importante fattore di rischio cardio-vascolare.
Quindi, sia a soggetti diabetici che non diabetici, e ancor di più agli adolescenti, è raccomandato uno stile dietetico che risponda alle caratteristiche della dieta mediterranea ricca di olio extravergine di oliva, frutta, verdura e pesce nel rispetto delle nostre tradizioni, della nostra cultura e sfruttando il privilegio di avere un territorio che ci offre i prodotti di cui abbiamo bisogno e che il mondo intero ci invidia.
Il diabete è una malattia cronica che una volta instaurata accompagna il paziente per tutta la vita. Ci sono due principali forme di diabete.
Il diabete di tipo 1 è dovuto essenzialmente alla distruzione delle cellule beta del pancreas con conseguente mancanza dell’insulina. Questa forma viene anche chiamata insulino dipendente o diabete giovanile in quanto si presenta in età precoce, talvolta anche nei primi anni di vita, e necessita di terapia insulinica.
L’altra forma di diabete è il tipo 2, molto più frequente, detto anche (impropriamente) insulino indipendente in contrapposizione della forma tipo 1 o dell’adulto in quanto oltre la metà dei pazienti affetti da diabete tipo 2 hanno un’età superiore a 60 anni ed è determinato da una combinazione fra riduzione di produzione di insulina e di sua efficacia. Quest’ultimo aspetto è rilevante nella patogenesi del diabete mellito tipo 2 in quanto rappresenta spesso, purché vi sia una predisposizione genetica ereditaria quindi, l’esito di una erronea alimentazione e di uno stile di vita sedentario che provocano un incremento ponderale, che rappresenta a sua volta il presupposto dell’insulino resistenza e quindi la riduzione dell’azione dell’insulina che a sua volta determina un incremento della glicemia e quindi diabete. Il diabete di tipo 2 è strettamente associato a obesità, inattività fisica e motoria, storia familiare di diabete, ipertensione e colesterolo, ridotta tolleranza al glucosio, età ed alla gravidanza durante la quale, alcune donne, sviluppano la forma di diabete detta diabete gestazionale.
In Italia i dati ISTAT 2010 indicano che è diabetico il 4,9% degli italiani (5,2% delle donne e 4,5% degli uomini) pari circa a 3 milioni di persone, e almeno 1 milione è a rischio o già ne soffre senza saperlo. Tra i pazienti diabetici il 55% è anche iperteso, il 45% ha il colesterolo alto, il 75% è in eccesso ponderale (IMC> 25), il 39% è sedentario e il 22% è fumatore. Una delle cause che senz’altro possono provocare il diabete è l’obesità ed in particolare la forma centrale (o viscerale o addominale) che rappresenta una delle condizioni che più determina insulino resistenza. L’adiposità centrale la si può valutare tramite la misura della circonferenza della vita che non deve superare 88 cm nella donna e 102 cm nel maschio. Il tessuto adiposo rappresenta, inoltre, un importante organo endocrino capace di produrre ormoni e regolare sia il metabolismo glicidico (degli zuccheri) che lipidico (colesterolo), favorendo nel soggetto obeso l’aumento dei trigliceridi, la riduzione del colesterolo HDL e incremento della LDL (colesterolo aterogeno), fattore che predispone a condizioni negative come l’aterosclerosi e quindi incrementa il rischio di patologie cardiovascolari (infarto miocardico e ictus), ipertensione arteriosa e diabete.
E’ ormai ampiamente noto che, in cronico, il diabete non controllato porta a gravi e spesso irreversibili complicanze che possono interessare organi vitali come il rene, il cuore, l’occhio, il sistema nervoso, il sistema circolatorio, può determinare il quadro del piede diabetico che può esitare anche in amputazione degli arti inferiori, tutte condizioni che segnano negativamente la qualità della vita del soggetto interessato e dei conviventi potendo determinare anche gravi sofferenze fino al decesso con importanti risvolti clinici-sociali-economici.
Il primo approccio terapeutico nella cura del diabete di tipo 2, e soprattutto nei soggetti obesi, è rappresentato dalla prescrizione di una dieta composta dal 40% al 50% di carboidrati complessi, dal 10% al 20% di proteine e dal 30% massimo di grassi monoinsaturi, come l'olio di oliva, ed esercizio fisico (almeno 20-30 minuti tutti i giorni o 150 minuti la settimana), in quanto entrambi favoriscono la riduzione del peso corporeo ed aumentano la sensibilità all'insulina.
Il cambiamento dello stile di vita dovrebbe includere una dieta povera di grassi saturi e colesterolo, ma ricca di frutta, vegetali e fibre tipica della dieta mediterranea, un concetto sviluppato già nel 1950, e che si riferisce alle abitudini alimentari di individui che vivono appunto nel bacino del Mediterraneo. La dieta mediterranea è un modello di mangiare che combina con successo il sapore e gli effetti positivi del cibo sulla salute. La dieta mediterranea non rappresenta un modello omogeneo ed esclusivo tra le popolazioni del bacino del Mediterraneo, ma trova forti analogie in quanto rappresenta una dieta sana, basata sull'alto consumo di verdura, frutta fresca, pesce e uso di olio di oliva come principale fonte di grassi. Vi sono ormai ampie prove basate su studi epidemiologici che supportano l'effetto protettivo di questo modello di dieta per lo sviluppo di diabete mellito di tipo 2, basti pensare al continente americano dove la cultura del fast-food, di bevande gassate, di cibi ricchi di grassi animali e la forte tendenza alla sedentarietà sta creando un'allarmante prevalenza di obesità, diabete mellito e patologie cardio-circolatorie con gravissime ripercussione socio-economiche. Il diabete tipo 2, come altre patologie come l'arterosclerosi, il Parkinson, il morbo di Alzheimer, la demenza vascolare, il declino cognitivo, il cancro, sono tutte patologie dell'invecchiamento e la dieta mediterranea, ricca di olio di oliva, sostenuta da studi recenti che dimostrano con fermezza che proprio la dieta mediterranea è compatibile con un più sano invecchiamento della popolazione e una maggiore longevità.
All'olio extravergine di oliva viene attribuito il merito di effetti protettevi sull'endotelio e sullo stress ossidativo che può stare alla base di molte patologie cardiocircolatorie diminuendo il rischio di malattie cardiovascolari, migliorando il profilo lipidico e la pressione arteriosa. Inoltre l'olio di oliva, e precisamente l'acido oleico, il suo principale costituente, si è dimostrato come efficace e importante fattore di riduzione dell'insulino resistenza portando a un miglior metabolismo del glucosio riducendo i livelli di glicemia. Inoltre un gruppo di studiosi Napoletani ha dimostrato che, confrontando due campioni di soggetti diabetici, uno a dieta libera e l'altro seguendo lo stile della dieta mediterranea, con una particolare attenzione alle dosi di pasta, hanno dimostrato che il gruppo sotto dieta mediterranea non solo era dimagrito di più ma aveva ottenuto un miglior compenso glicometabolico (espresso da valori di emoglobina glicosilata sotto 7) ricorrendo all'assunzione di farmaci solo nel 44% rispetto al 70% dell'altro gruppo.
Inoltre l’extravergine contiene due acidi grassi polinsaturi molto importanti: l'acido linoleico (un acido 6 omega) e l'acido linolenico (un acido 3 omega).Essi sono indispensabili per la produzione di energia, per la formazione delle membrane cellulari, per il trasferimento dell'ossigeno dall'aria al sangue; per la sintesi di emoglobina, per la funzione delle prostaglandine, per il corretto equilibrio ormonale e per la produzione ormonale ad esempio del testosterone. In particolare questo aspetto, soprattutto nel sesso maschile dove il testosterone rappresenta l’ormone caratterizzante, è stato ampiamente dimostrato come i soggetti con sindrome metabolica e diabete hanno valori ridotti di testosterone e viceversa come soggetti ipogonadici, ossia con valori bassi di testosterone, hanno una maggior tendenza alla sindrome metabolica, incremento della glicemia e comunque insulinoresistenza. Inoltre in questi soggetti il miglioramento dei valori glicemici, in particolare ottenuto con la riduzione del peso corporeo ottenuto con dieta e attività fisica migliora anche i valori di testosterone e così pure ripristinando i normali valori di testosterone circolante migliora anche il compenso glico-metabolico. Infine è da ricordare che la sindrome metabolica così come l’ipogonadismo rappresentano un importante fattore di rischio cardio-vascolare.
Quindi, sia a soggetti diabetici che non diabetici, e ancor di più agli adolescenti, è raccomandato uno stile dietetico che risponda alle caratteristiche della dieta mediterranea ricca di olio extravergine di oliva, frutta, verdura e pesce nel rispetto delle nostre tradizioni, della nostra cultura e sfruttando il privilegio di avere un territorio che ci offre i prodotti di cui abbiamo bisogno e che il mondo intero ci invidia.
Dr. Riccardo Mansani
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